Contest di Scrittura

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Nel 1286 avanti Cristo sulle rive del fiume Orontes ebbe luogo un'epocale battaglia tra l'Egitto e l'impero Ittita. Questa guerra fu una delle più cruente della storia e solo sedici anni dopo fu firmato un trattato di pace fra i due paesi. Il trattato pevedeva un patto di non aggressione, il riconoscimento dei reciproci confini e un patto di mutua assistenza in caso di attacco da parte di terzi. Per suggellare l'accordo una principessa degli Ittiti sarebbe dovuta andare in sposa al faraone Ramses II.

Tredici anni più tardi...

- Yuri Naptera! Il giorno delle nozze è stato fissato: tra dieci giorni passeremo il confine a Kadesh, lì terremo una breve cerimonia formale prima di quella vera e propria in Egitto... Sei pronta, Yuri?
- Si. Certo, padre.
Certo, sono stata cresciuta per questo. Sono cresciuta con la consapevolezza che sarei andata in sposa al faraone, secondo quanto stabilito dal trattato. Avevo sei anni quando fu deciso, da allora ho fatto di tutto per diventare una buona regina e non ho mai avuto dubbi sulla mia vocazione. Ho studiato a fondo la storia e le leggi del mio paese e di quelli stranieri per raggiungere il mio scopo. Così io, Yuri Naptera prima figlia di sua altezza imperiale Hattusili III, sono pronta a diventare regina d'Egitto. Non ho paura, ma provo una strana sensazione nel petto... forse... Malinconia? O nostalgia? Devo lasciare la mia casa... i miei parenti.. i miei amici... la mia patria... chissà se non potrò mai più rivedere quel viaggiatore, Malipas...
- Eccellenza! Cos'ha? Non si sente bene?
- Eh? No sto bene, non ti preoccupare Emi.
- Sarete stanca... volete un pò di vino?
- Grazie, mi fa molto piacere averti qui accanto a me.
- Ma che dite? Il piacere è tutto mio!
La ragazza era mia coetanea, aveva diciannove anni. Aveva splendidi capelli neri e lunghissimi raccolti dietro a un diadema pieno di pietre preziose. Due ciocche a fianco alle tempie scivolavano lungo le linee del suo corpo, sfiorandole gli orecchini rossi a goccia e le collane che pendevano dal suo collo. Indossava un abito lungo di seta, bianco, a mezze maniche, intrecciato sotto il seno e sui fianchi da un nastro color oro. Era mia cugina, Emi Hakpisa, figlia di mia zia Marie Inanna. Non avevamo passato molto tempo insieme, ma era una ragazza semplice e giudiziosa. A quanto pare provava ammirazione nei confronti, quindi aveva deciso di starmi vicina in questo momento così importante.
Dieci giorni dopo, sul far della sera arrivammo sul fiume Orontes nella città di Kadesh.
- Eccellenza, siete pronta?
- Si principessa Emi, sto arrivando.
Le ancelle avevano appena finito di agghindarmi di tutto punto per il mio primo incontro con il faraone. Avevano legato i miei capelli biondi con un fermacapelli in modo tale che cadessero come una cascata lungo la mia schiena. Mi fecero indossare orecchini, collane, bracciali e anelli preziosi. Un vestito rosa, lungo, stretto sotto il seno da un fiocco decorato con motivi floreali e legato sulle spalle a un velo bianco trasparente che percorreva l'intero abito.
- Oh, che splendida principessa! Benvenuta, mio padre Ramses II sarà felicissimo! Sono il quarto principe Khaemwaset e farò gli onori di casa fino all'arrivo di mio padre... Benvenuto anche a lei Hattusili Terzo.
- La ringrazio, ma sua altezza Ramses II è in ritardo?
- No. Comunque, anche i miei fratelli sono venuti a incontrare la principessa Yuri Naptera.
Ramses II non è venuto all'appuntamento...
- Questo è il settimo principe, Meriamen.
Il faraone sta chiaramente sottolineando il potere del suo paese...
- Il tredicesimo principe, Merenptah... e poi...
Non possiamo permetterci di mandare a monte il matrimonio...
- ...Il ventisettesimo principe, Malipas.
... Cosa?! Aspetta un attimo... ha detto proprio Malipas?! Non può essere... eppure... anche se indossa il tipico copricapo egiziano, non ci sono dubbi... L'età, i lineamenti, gli occhi e quei capelli castani... Quel ragazzo mi ha ingannata! Altro che viaggiatore, quel tipo è il ventisettesimo principe d'Egitto!
Quando finalmente mi accompagnarono nella mia camera mi siesi sul letto per godermi l'aria fresca che c'era quella notte, finchè il rumore della porta che si apriva destò la mia attenzione. Così apparve dinnanzi a me quell'uomo.
- Eccoti finalmente... Principe Malipas. Perchè il figlio del faraone Ramses se ne va a spasso per l'impero ittita?
- Eh eh, una tradizione che ho ereditato da mio nonno!
- Che paese è questo che permette a un principe di assentarsi per due anni? Eh signor viaggiatore?!
- Non capisci che significa essere il ventisettesimo principe? ...Io qui non conto niente! Mio padre Ramses II ha novanta figli e cinquanta figlie! Mia madre era stata comprata come schiava a Ugarit... ha avuto me dopo una sola notte con sua maestà. Mio padre ha ormai sessant'anni, ma ha cinquecento concubine nel suo harem... quindi, probabilmente avrà ancora molti figli! Davvero vuoi sposare un uomo simile, Yuri? La prima e la seconda regina sono entrambe decedute... forse all'inizio ti accoglierà con tutti gli onori, ma nel giro di pochi giorni sarai solo una delle tante! So che nell'impero ittita l'incesto è proibito, vuoi davvero vivere in un paese dov'è la norma?
- Fa silenzio, bugiardo! Io sono stata cresciuta per questo! Non avrei dovuto lasciarti tornare in Egitto con delle informazioni sul mio paese! Ma una futura soposa può ancora uccidere un uomo nel cuore della notte!
Gli risposi furibonda prendendo un coltello sul tavolo affianco.
- Ah! Ti avverto... Sono venuto a rubare la futura moglie di Ramses!
- Cosa?
- Non mi fido di lui, ma non voglio neanche ribellarmi... Fuggi via con me Yuri!
- Ma sei impazzito?! Mi stai davvero chiedendo di tradire il mio paese?! Non posso! Se mi tiro indietro, l'Egitto attaccherà l'impero ittita! E se combattiamo ora, perderemo!
- Come il sole prima o poi tramonta, non c'è impero che non muoia! Non ha senso sacrificare una vita per esso!
Detto questo mi tirò a se con impeto e mi baciò appassionatamente. In quel momento, la mano in cui tenevo il coltello iniziò a tremarmi e non mi riuscii a muovere neanche d'un passo, finchè non divise le sue labbra dalle mie e si allontanò.
- Prenderò come un buon segno il fatto che non mi hai ucciso! Se cambi idea prima dell'arrivo di mio padre fammelo sapere, mi trovi nella stanza infondo al corridoio a sinistra. Io sono pronto a scappare con te!
- Malipas!
Da quanto ero scossa non mi accorsi che mia cugina aveva accidentalmente sentito tutto. Ma che proposta mi fa? Scappare con lui? Lasciare questo paese e andare lontano? Potrei anche farlo... Ma non è questo che ho imparato... Non è per questo che sono cresciuta!
All'alba del giorno seguente, delle ancelle vennero a chiamarmi.
- Eccellenza Yuri, sua altezza Ramses sta per arrivare! Presto, cambiatevi.
Di già, il faraone... il mio futuro marito... tra poco lo incontrerò...
In seguito mi portarono in una sala con una vasca in cui sarei stata lavata e vestita. Le ancelle mi parlavano, ma non prestavo molta attenzione a quello che dicevano... la mia mente sembrava persa nel caos dei pensieri che da ieri mi tormentavano. Perchè? Perchè adesso?! Perchè ora mi sento così? Eppure non ho mai avuto dubbi...
- Come siete bella, altezza. Eccellenza Yuri non solo siete un'esperta di storia e politica, ma conoscete bene anche le condizioni del popolo... Sarete una regina fantastica!
Si... sarò una buona regina per l'Egitto... Non posso tirarmi indetro.
- Eccellenza Yuri, ecco i vostri abiti. Sono tutti regali di sua maestà Ramses II... gioielli di grande raffnatezza!
Un vestito, due bracciali, due orecchini, una collana e una corona... Con questa corona, diventerò regina d'Egitto... Prima di uscire dalla vasca, improvvisamente l'ansia mi invase facendo traboccare ciò che non avrei mai voluto... Grandi lacrime si apprestavano a rigarmi il viso... Per nasconderle mi immersi completamente nell'acqua...
- Eccellenza?
Quando mi sarò vestita, comincerà la cerimonia... questo è l'ultimo momento che posso passare da sola... Poco dopo fui costretta a riemergere...
- Eccellenza?!
- Lasciami sola...
- Eh?
- Per favore... lasciami sola un momento. Ho bisogno di pensare.
- Siete nervosa prima del matrimonio... Capisco... allora, tornerò tra poco.
Appena le ancelle lasciarono la stanza, uscii in fretta fuori dall'acqua. Presi il primo telo a portata di mano e mi misi a correre fuori dalla stanza lungo il corridoio, finchè non aprii con tutta la forza che avevo la porta in fondo a sinistra. Come aveva detto, lì c'era lui, Malipas, ad aspettarmi. Sarò impazzita? Che sto facendo? So anch'io che è sbagliato! Lo so... lo so, ma... Ma... Ma non voglio nessun altro che Malipas! Lui Fu un pò sorpreso di vedermi arrivare in quello stato... Bagnata, ansimante e con solo un telo addosso...
- Yuri?
- Guarda Malipas. Non porto oro, nè gioielli... non ho nemmeno un vestito. Vuoi davvero una ragazza così?
- Si! E' quello che voglio!
A quella risposta ferma e siscura, non riuscii a trattenermi dal gettarmi fra le sue braccia e così scappammo.
Nel frattempo a palazzo si accorsero tutti della nostra scomparsa. A causa di questo incidente si iniziò a temere per i rapporti tra l'Egitto e gli Ittiti, ma quando la situazione stava per degenerare intervenne Emi.
- Non vi preoccupate, continuate i preparativi per il matrimonio! Il faraone Ramses sposerà una principessa ittita! Io, Emi Hakpisa, lo sposerò al posto di mia cugina!
Alla principessa venuta dall'impero ittita Ramses II diede il nome di Mahor Nefer Rah. Intanto io e Malipas iniziammo il nostro viaggio verso Est. Come il sole prima o poi tramonta, non c'è impero che non muoia. Ma io non voglio vedere il tramonto dell'impero ittita, nè quello dell'Egitto... perchè io conosco solo il sole che sorge!


Fine.

IL RISVEGLIO DELLA PRIMAVERA

C'era una volta un mondo normale, in cui le quattro stagioni si alternavano ogni anno. Ma un giorno tutto cambiò. Fuyu, l'inverno, si innamorò di Haru, la primavera. Però non riusciva più a sopportare l'idea di poterla vedere un solo giorno all'anno, quando si scambiavano di posto.
Il giorno dell'equinozio di primavera Fuyu andò nella dimora di Haru, per celebrare il cambio della stagione ed accomiatarsi dalla sua amata prima di ricadere nel suo sonno profondo, come ogni anno.
Ma una volta a palazzo, Fuyu non volle più andar via. Haru tentò di convincerlo: doveva andare, la primavera doveva arrivare. Ma lui non volle sentire ragioni. In presenza di Fuyu la bellezza di Haru iniziò pian piano a svanire, e anche la sua forza vitale diminuiva. Il gelo che l'inverno porta con sé la stava distruggendo. In quelle condizioni la primavera non sarebbe riuscita a tornare mai più. Haru sarebbe morta. Il solo pensiero lo fece impazzire. Decise quindi di congelare tutto. A Fuyu non importava se la primavera non sarebbe più arrivata nel mondo, purché lei continuasse a stare al suo fianco. Haru si rassegnò. Il suo cuore era gelido. Non riusciva a reagire. Nulla avrebbe più potuto scaldarlo.
Poi venne Natsu, l'estate. Ma non vedendo la sorella come d'abitudine, si rattristò e divenne cupa. La nuova stagione faticava ad entrare nel vivo. Era già luglio, eppure l'aria era ancora fredda.
Una notte, sfidando il freddo e la sorte, un gruppo di studenti in campeggio decise di organizzare una prova di coraggio. Si diceva che, nel bosco dove si trovavano, esistesse un luogo stregato, un vecchio castello dal quale non si potesse più far ritorno. Nessuno credeva che fosse vero: i castelli non mangiano le persone e i fantasmi non esistono. Era deciso: per confermare che fosse solo una frottola, il gruppo di amici si inoltrò nel bosco.
Dopo aver a lungo camminato, videro una vecchia costruzione in pietra, coperta di erbacce secche.
Entrarono. Era buio pesto.
-Accidenti, non si vede nulla- esclamò Shiro- ehi, Taiyo, che fai? Perché hai spento la tua torcia?
I ragazzi si voltarono verso di lui, puntandogli le loro torce contro.
-Smettetela. Qui si vede benissimo! Dal soffitto si vede la luna!
I suoi amici avevano un'espressione incredula sul volto.
-Ta-Taiyo? Dove sei? Dove ti sei cacciato?
-Eh? Sono qui, scemi! Di fronte a voi.
I ragazzi iniziarono a guardarsi intorno e a chiamarlo. Era come se non lo vedessero.
“Non mi vedono?” pensò tra sé e sé. I suoi compagni si stavano allontanando.
-Ehi, dove andat...aaah!!
Non appena si mosse per inseguirli, il pavimento sotto i suoi piedi crollò.
-Ahi, che male!
Era caduto, poco più sotto, lungo una specie di cunicolo. Sembrava un passaggio segreto. Non sapendo che altro fare, decise di seguire la via. Una luce apparve all'orizzonte. Davanti ai suoi occhi apparve un immenso giardino dagli alberi spogli.
-Vattene!
Una voce. Era debole ma risoluta allo stesso tempo.
-Vattene. Non c'è nulla che possa interessarti qui. Non c'è nulla. Non c'è nulla da fare. Chiunque tu sia...non c'è nulla da fare.
Una figura in lontananza apparve come dal nulla. Una fanciulla: bella ma...spenta. Una bellezza triste e malinconica. Gli occhi vuoti, privi di vivacità. Davano i brividi.
-I...io-iniziò balbettando Taiyo- io non voglio nulla. Sto solo cercando l'uscita...se anche tu ti sei persa, possiamo cercarla assieme.
La fanciulla lo guardò con i suoi occhi tristi e rispose quasi ghignando:
-Io non posso. Io non posso uscire. Per me tutto è perduto, ormai da tempo. La primavera non tornerà mai più...
Taiyo la guardò perplesso.
-La primavera? Siamo in estate, anche se non sembra...è un po' presto...però tornerà! Senza dubbio tornerà! È vero, ultimamente sta accadendo qualcosa di strano, ma la primavera tornerà. Ne sono certo. La primavera tornerà a colorare questo mondo. Che senso ha l'inverno se non c'è “lei”? Se non c'è lei...tutto è triste. L'inverno non trova la sua felicità e resta freddo e cupo. E anche l'estate non è la stessa. Io amo la primavera. Ne sono certo: tornerà. E io la aspetterò.
Taiyo sorrise e in uno slancio si avvicinò a lei. La afferrò per mano, trascinandola via. La mano della ragazza era gelida come l'inverno, la sua, invece, calda come il sole capace di sciogliere il più freddo dei ghiacci.
Gli occhi della fanciulla ripresero vigore. Una lacrima le rigò il viso e cadde a terrà. La terra si illuminò. Era così scuro che Taiyo non se ne era reso conto: tutto in quel luogo era cristallizzato, come coperto da un incantesimo. Al cadere di quella lacrima, il giardino riacquistò colore. Tutto riprese vita. E lei era scomparsa.
-Taiyo, Taiyo!
Una voce lo chiamava. Shiro e gli altri arrivarono correndo verso di lui.
-Taiyo, finalmente ti abbiamo trovato. Ci hai fatto spaventare. Dai, andiamo a casa.
-S..sì.
Balbettò lui, mentre gli amici lo trascinavano via.
Il giorno dopo il clima era molto più estivo. Taiyo aprì la finestra per respirare la brezza del mattino. Una folata di vento lasciò entrare dei petali di ciliegio nella sua camera, che leggermente si posarono su di un quaderno aperto. Un messaggio apparve sul foglio:
“Quando il gelo si scioglierà, prometti che mi aspetterai?”
Haru



Così, in una notte di fredda estate, un caldo sole restituì al mondo la primavera.

FINE